Progetto: Handcuff Key Chubb Detainer by Ray |
La tecnologia di stampa 3D ha portato una forte
rivoluzione all’interno di svariati settori, come design, architettura,
medicina e produzione. Come si evince dalle continue scoperte ed innovazioni,
fortemente acclamate dai media, questa nuova tecnica produttiva permette un
costante miglioramento delle condizioni lavorative per le aziende, riducendo le
tempistiche di prototipazione e rendendo possibile la sperimentazione in tutti
gli ambiti citati. Basti pensare a quanti articoli si trovano sui social
network e su internet riguardanti le applicazioni mediche del 3D: costruzione
di protesi, educazione medica e ricostruzione di organi sono ormai notizie
all’ordine del giorno, come del resto le applicazioni dedicate all’ingegneria e
all’edilizia.
Sembra proprio che l’avanzamento della stampa
3D sia inarrestabile e che tutte queste novità siano destinate a cambiare il
nostro modo di percepire le aziende. Ma come ogni grande innovazione, da questa
derivano anche dubbi e zone d’ombra. Una delle questioni più dibattute in
questo senso riguarda il diritto d’autore ed il copyright. Eh sì, perché dietro
ogni stampa si nasconde un progetto la cui proprietà intellettuale appartiene a
qualcuno: architetti, designer, ingegneri, operatori, progettisti… se tutte
queste figure professionali da un lato hanno il potenziale di vedere prodotto
il loro progetto in tempo reale, dall’altro devono cominciare a preoccuparsi
delle modalità con cui tale progetto andrà tutelato.
Questo problema non è nuovo: anche la rivista
Wired, nell’articolo “Stampa 3D e diritto: come tutelare una rivoluzione” pone
i diversi dubbi che la rivoluzione 3D comporta: delineando i possibili scenari
derivanti da un’espansione incontrollata dei progetti a disposizione, il testo
delinea anche quali sono le soluzioni già attuate o prossimamente attuabili in
relazione ai file messi a disposizione dagli utenti di internet.
Tutte queste alternative possono certamente
essere utili, ma diventa sempre più necessario per coloro che decidono di usare
la stampa 3D in ambito professionale conoscere i propri diritti sulla proprietà
intellettuale e prendere coscienza di quali mezzi si hanno a disposizione per
proteggere i frutti del proprio lavoro. Ma il mondo della legge è molto ampio e
spesso difficilmente interpretabile per un profano, quindi da dove cominciare?
Un buon punto di partenza può essere il
seminario “Nozioni di base per la tutela della proprietà industriale eintellettuale”, organizzato da Qualicon il 13 e 14 luglio 2016, durante il
quale verranno trattati i brevetti d’invenzione, i marchi d’impresa e le
possibilità attuali di protezione di questi progetti.
In conclusione, si può affermare che il mondo 3D sia nel pieno della
sua esplosione innovativa, rivoluzionando settori tra loro diversissimi, ma in
grado di trovare un punto in comune grazie alle innumerevoli applicazioni di
questa tecnologia. Attualmente è forse impossibile trovare una risposta univoca
al problema (come evidenziato anche dall’articolo di Wired sopra citato), ma è,
se non imperativo, quanto meno raccomandabile trovare le soluzioni più adatte
ad ogni tipo di situazione, grazie all’informazione, alla consulenza ed al
sostegno di professionisti del settore.